Emanuele Luzzati (1921 – 2007)
Potremmo considerare Emanuele Luzzati come uno di più ispirati e prolifici rappresentanti di una narrativa per immagini, dove gioco e magia sono gli ingredienti principali. Certamente per comprendere la sua ispirazione, così fortemente legata a un’idea di rappresentazione permeata di incanto e stupore, è necessario dire che Luzzati è un artista nato e vissuto per il teatro. Per lui la dimensione del racconto implica l’evocazione di un repertorio fatto di miti e leggende dove il cantastorie, attraverso l’uso della fiaba, narra qualcosa di natura ancestrale e metaforica. Dietro il suo stile apparentemente semplice e naif fondato sulla stilizzazione delle forme, si nasconde una cultura iconografica vasta e storicamente assai sedimenta, che ha l’obiettivo di connettere l’Uomo alle sue radici etniche e antropologiche. La sua espressività, di matrice figurativa, nella sua volontà di mescolare tradizioni storiche differenti, diventa paradigma di un’identità ebraica alla quale orgogliosamente appartiene, cultura che forse più di ogni altra si è caratterizzata per capacità e disponibilità al dialogo con patrimoni culturali e geografici differenti.
Se si esclude la sua esperienza di esule in Svizzera a causa delle persecuzioni razziali, Luzzati costruirà un forte radicamento con la città di Genova, nella quale risiederà tutta la vita. E’ qui che nemmeno trentenne inizierà a lavorare come scenografo e costumista per il Teatro Stabile di Genova ed è proprio grazie a questa prima attività che potrà farsi notare agli occhi di quello che allora era considerato il più geniale e innovativo autore di teatro della nuova generazione, cioè Vittorio Gassman che lo volle al suo fianco per costumi e scenografie della sua prima regia al Teatro Nazionale. Da quell’esperienza le sorti professionali di Luzzati prendono il volo e daranno vita ad una carriera fortunata e inarrestabile che lo porterà a nel suo complesso a ideare ben oltre cinquecento allestimenti scenici nei più importanti teatri presenti in Italia e all’estero. L’affinità di Luzzati con il teatro va prioritariamente spiegata con il forte ascendente che l’artista sente per il testo, quando portatore di una valenza letteraria significativa e difatti questo apre al corposo lavoro che il maestro svilupperà a corredo di autori e testi di grandissimo valore, pensiamo alla collaborazione con Italo Calvino in fiabe Italiane.
L’estro e l’inquietudine di Luzzati lo portano però a sentire che il suo rapporto con la creatività deve sconfinare e prescindere da uno specifico ambito di espressione. In lui vi è l’urgenza di sperimentare che lo porterà ad elaborare un’estetica ottenuta per ricombinazione di elementi e materiali diversi, pensiamo ai suoi collage dove carte, pastelli, elementi tessili agiscono come in un grande mosaico volto a stimolare un’attitudine sincretica all’espressione.