Eros Genazzi e il padre Luigi sono stati dei maestri artigiani milanesi attivi nel settore dell’argenteria tra gli anni ’30 e ’60. Conosciuti per la sua abilità nel lavorare l’argento, l’azienda Genazzi si specializzò nella creazione di oggetti quotidiani impreziositi da un design essenziale e raffinato. Tra le loro opere più distintive figurano le brocche d’acqua, caratterizzate da una finitura martellata, prodotti spesso capaci di mostrare uno straordinario virtuosismo esecutivo, memorabili sono ad esempio le riproduzioni delle tracce di condensa sulla superficie esterna.
Eros Genazzi, nello specifico, fu scultore di talento e allievo di Adolfo Wildt, si formò all’Accademia di Brera, dove sviluppò le sue capacità artistiche. Sin dagli anni ’30, grazie ai rapporti con importanti figure dell’arte e dell’architettura del Novecento italiano, come Gio Ponti, Ignazio Gardella, Lucio Fontana e molti altri, Genazzi riuscì a portare l’argenteria artigianale all’attenzione della scena artistica italiana.
Eros Genazzi fu l’unico a essere premiato con sei Medaglie d’Oro consecutive nelle edizioni della Triennale di Milano, dal 1930 al 1947. Inoltre, ottenne il prestigioso Compasso d’Oro alla XI Triennale di Milano nel 1957, riconoscimento raro per un argentiere.
Il marchio di Genazzi, era rappresentato da un trifoglio contenente le lettere C. I. A., che stavano per Cesello, Incisione e Argenteria. Molti dei suoi lavori sono stati firmati da rinomati gioiellieri come Alfredo Ravasco, Alessandro Sordelli e Leopoldo Janesich, che si affidavano a Genazzi per la realizzazione delle loro opere in argento.
La grandezza di Eros Genazzi risiedeva non solo nella sua abilità tecnica, ma anche nella sua capacità di infondere vita e significato nelle sue creazioni. Le sue opere d’argento non brillavano solo per il valore del metallo, ma per la profondità del pensiero e della passione che le animavano, facendo di lui un artista completo.