Artisti Ettore Sottsass

Ettore Sottsass

ETTORE SOTTSASS (1917 – 2007)

Pochi come Sottsass sono stati così determinanti nel mondo del design, pur rimanendo così difficilmente inquadrabili e lontani da qualsiasi logica di appartenenza a pratiche professionali consolidate. Con ispirazione, ironia e pragmatismo seppe mettersi sempre al riparo da moralismi e false ideologie, riuscendo a costruire un proprio percorso totalmente nomade e trasversale, dove il progetto diventa prima di tutto esplorazione di territori di confine, luogo di una eterogeneità di contenuti, non solo formali, ma soprattutto culturali e sociali.
Sottsass appartiene ad una generazione impegnata nel processo di superamento del razionalismo, resosi necessario a suo avviso per iniziare a riscoprire la dimensione sensoriale ed emozionale sottesa dietro ad ogni forma. Gli oggetti, intesi come strumenti di una ritualità propriamente umana, diventano metafore dell’esistenza e aprono ad un dialogo di natura intima e psicologica con i suoi fruitori. A questa visione Sottsass arriva grazie ad una sequenza di esperienze personali di grande intensità che diventano parte del suo stesso percorso creativo.
Fondamentale sarà il legame sentimentale stretto con Fernanda Pivano, grazie alla quale avrà modo, non solo di entrare in contatto con gli esponenti più significativi della scena culturale americana degli anni ’50, ma soprattutto di iniziare ad assorbire una visione autenticamente “pop” della cultura d’oltreoceano.
Altrettanto decisiva sarà l’entrata in contatto con le culture orientali, iniziata attraverso un primo lungo viaggio fatto in India nel 1961 insieme a Fernanda, consolidata poi attraverso viaggi successivi che finiranno per orientare la sua visione secondo una chiave che potremmo definire olistica.
Si aggiungerà poi l’esperienza grave e dolorosa della malattia, poi superata, che porterà Ettore a riflettere in termini fortemente esistenziali sul significato del proprio agire. Proprio da questo difficile passaggio nascerà il progetto “le ceramiche delle tenebre” dedicato a Fernanda per Bitossi, presentate alla Galleria Il Sestante. L’elemento simbolico diventa sempre più rilevante nel suo linguaggio espressivo e, non a caso, è con la ceramica che Ettore inizia a costruire un rapporto intimo e privilegiato in cui la fonte d’ispirazione viene ricercata evocando mondi arcaici ed ancestrali, in cui forme archetipiche e colori dai pigmenti intensi definiscono una serie di oggetti visti più che come oggetti d’uso come oggetti propiziatori e cerimoniali, pensiamo alla serie “Offerta a Shiva” e “i totem”.
Anche il rapporto di collaborazione, protrattosi per più di un ventennio, con Adriano Olivetti e il figlio Roberto rappresentò per Ettore un passaggio fondamentale, perché gli diede l’opportunità di applicare le sue ricerche in un settore allora nascente come quello dell’elettronica. Da questo sodalizio non uscirono solo progetti di terminali, macchine da scrivere e di calcolo, ma la sua riflessione coinvolse anche il più generale tema dell’abitare i luoghi del lavoro, gli uffici, per i quali sviluppò il famoso sistema Serie 45.
Nel fermento di fine anni ’60 e decade ’70 Ettore diventa un riferimento obbligato per tutta la cultura radicale del progetto, ruolo in qualche modo ufficializzato con la sua partecipazione alla famosa mostra “Italy: the New Domestic Landscape” svoltasi al MoMa di New York, in cui facendo tesoro di quanto imparato all’interno della Olivetti, declinerà in versione futuribile i temi della modularità e della flessibilità abitativa.
Il lavoro di ricerca forse più significativo in questo periodo nell’ambito del furniture domestico e quello svolto come direttore artistico di Poltronova, che diede vita a serie di mobili di grande impatto iconico realizzati in plastica e vetroresina, si pensi alla collezione Mobili Grigi di cui il famosissimo specchio Ultrafragola fa parte.

Con Global Tools, Alchymia e poi Memphis, Sottsass inizia a concepire il suo ruolo attraverso esperienze collettive, sente la responsabilità di costruire occasioni di pensiero al plurale sul progetto, opportunità che non a caso si dimostrerà decisiva per molti promettenti designer della giovane generazioni raccolti attorno a lui.

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