GILBERTO ZORIO (1944 – )
E’ un celebre artista italiano, noto come uno dei principali esponenti dell’Arte Povera, un movimento artistico emerso in Italia negli anni Sessanta. Zorio è rinomato per il suo uso innovativo di materiali non convenzionali e per le sue esplorazioni delle dinamiche fisiche e chimiche che caratterizzano le sue opere.
Zorio ha studiato all’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino, città che negli anni Sessanta era un vivace centro di sperimentazione artistica. Qui si è immerso nel clima intellettuale e culturale del tempo, sviluppando un interesse per le trasformazioni materiali e le forze energetiche, temi che sarebbero diventati centrali nel suo lavoro.
Il suo ingresso nel mondo dell’arte avviene in un momento cruciale, quando il movimento dell’Arte Povera, guidato dal critico Germano Celant, stava prendendo forma. Questo movimento si distingue per l’utilizzo di materiali semplici e “poveri”, come terra, legno, metallo, e per un approccio concettuale che mira a sovvertire le convenzioni tradizionali dell’arte. Zorio, con la sua attenzione alle proprietà intrinseche dei materiali e alle trasformazioni fisiche, si inserisce perfettamente in questo contesto.
Tra le opere più note di Zorio ci sono installazioni che utilizzano elementi come tubi di rame, pentole, lampade a spirito, acqua, e vari tipi di metallo. Spesso, queste opere sono pensate per essere “attive”, ovvero per generare reazioni chimiche o fisiche che mutano l’aspetto o la struttura dell’opera stessa nel tempo. Un esempio emblematico del suo approccio è l’uso del pentagramma e della stella a cinque punte, simboli ricorrenti nel suo lavoro, che evocano temi alchemici e esoterici.
Zorio è anche conosciuto per il suo utilizzo della luce e delle reazioni chimiche per esplorare il concetto di energia. Nelle sue opere, l’energia non è solo un tema, ma una presenza attiva che trasforma i materiali e lo spazio, rendendo ogni installazione un processo in continua evoluzione. Questo approccio dinamico e sperimentale ha reso il suo lavoro estremamente influente, non solo all’interno del movimento dell’Arte Povera, ma anche nel contesto dell’arte contemporanea in generale.