OSVALDO BORSANI (1911-1985)
E’ stato un architetto e designer italiano, figura di spicco nel panorama del design del XX secolo. Nato a Varedo, in provincia di Monza e Brianza, Borsani ha giocato un ruolo cruciale nello sviluppo del design italiano del dopoguerra, unendo tradizione artigianale e innovazione industriale in un modo che ha ridefinito l’estetica e la funzionalità dell’arredamento moderno.
Figlio d’arte, Borsani è cresciuto in una famiglia di mobilieri. Suo padre, Gaetano Borsani, era un abile ebanista e aveva fondato nel 1923 l’Atelier Varedo, un laboratorio artigianale di alta qualità. Osvaldo fin da giovane fu immerso nel mondo dell’artigianato e dell’arte, mostrando un precoce interesse per l’architettura e il design. Dopo aver frequentato l’Accademia di Brera, si iscrisse al Politecnico di Milano, dove si laureò in Architettura nel 1936.
Negli anni ’30, Osvaldo Borsani iniziò a collaborare con il padre nell’azienda di famiglia, che sarebbe poi diventata “Arredamenti Borsani Varedo”. Qui, egli sviluppò un forte interesse per l’innovazione tecnologica e il design industriale, cominciando a esplorare nuove forme e materiali, con un approccio funzionale ma esteticamente ricercato.
Nel 1953, Osvaldo Borsani fondò insieme al fratello Fulgenzio la Tecno, un’azienda destinata a diventare una pietra miliare del design industriale italiano. Tecno si caratterizzò sin dall’inizio per l’attenzione alla qualità e all’innovazione, proponendo mobili che combinavano bellezza formale e funzionalità, con una particolare attenzione all’ergonomia. Uno dei prodotti più iconici della Tecno è la poltrona P40 (1955), un modello di grande successo che incarnava il concetto di flessibilità e adattabilità, permettendo numerose regolazioni per il massimo comfort.
Tra le altre creazioni di Borsani si possono citare il sistema D70 e il tavolo T69, che evidenziano il suo approccio ingegneristico al design, volto a creare soluzioni dinamiche e versatili per l’abitare moderno. La sua capacità di fondere artigianato tradizionale e produzione industriale gli valse un grande riconoscimento a livello internazionale, con esposizioni in prestigiosi musei come il MoMA di New York.
La filosofia di Osvaldo Borsani si fondava sull’idea che il design dovesse migliorare la vita quotidiana delle persone attraverso l’uso intelligente di tecnologia e materiali. Egli credeva fermamente che la forma dovesse seguire la funzione, ma senza sacrificare l’estetica. Questo approccio olistico al design lo portò a collaborare con artisti e architetti di fama, come Lucio Fontana, creando opere che superavano i confini tra arte e design.
Borsani fu anche un attivo partecipante alla vita culturale e professionale del suo tempo. Membro dell’Associazione per il Disegno Industriale (ADI) e del Comitato per l’Organizzazione del Compasso d’Oro, contribuì alla definizione degli standard di eccellenza per il design italiano. Il suo impegno e la sua visione influenzarono generazioni di designer e architetti, lasciando un’eredità duratura.
Osvaldo Borsani è considerato uno dei padri del design italiano contemporaneo. La sua eredità è evidente non solo nei mobili ancora in produzione e nella loro continua domanda da parte dei collezionisti, ma anche nel modo in cui ha plasmato il pensiero moderno sul rapporto tra design, funzionalità e industria.
Dopo la sua morte nel 1985, l’opera di Borsani è stata oggetto di numerose retrospettive e studi, sottolineando la sua importanza nella storia del design. Nel 2018, la Triennale di Milano ha dedicato una grande mostra monografica alla sua vita e al suo lavoro, consolidando ulteriormente la sua posizione di icona del design italiano.
Osvaldo Borsani rimane una figura fondamentale per chiunque si interessi al design, simbolo di una visione che ha saputo fondere eleganza, funzionalità e avanguardia tecnologica.