PINO PINELLI (1938 – 2024)
Artista italiano di rilievo internazionale, considerato uno dei principali esponenti della pittura analitica. Con una carriera che ha attraversato più di cinque decenni, Pinelli ha rivoluzionato il concetto stesso di pittura, esplorando le frontiere della materia, del colore e dello spazio.
Nato a Catania, Pinelli si formò inizialmente in Sicilia, dove sviluppò una profonda passione per l’arte e la cultura. Tuttavia, la sua carriera artistica prese realmente forma quando si trasferì a Milano nel 1963. Qui entrò in contatto con il fervente ambiente artistico e culturale della città, trovando ispirazione nei movimenti d’avanguardia del tempo, e stabilendo un dialogo con artisti, critici e intellettuali che avrebbero influenzato profondamente il suo lavoro.
Negli anni ’70, Pinelli si affermò come uno dei protagonisti della Pittura Analitica, un movimento che proponeva una riflessione sulla pittura stessa, intesa come processo e come oggetto. Rifiutando la rappresentazione tradizionale, Pinelli iniziò a esplorare il concetto di “superficie pittorica”, focalizzandosi su elementi come il colore, la texture e la percezione sensoriale. Le sue opere di questo periodo, spesso caratterizzate da monocromie intense e superfici materiche, rappresentano un’indagine approfondita sulla natura del quadro.
Uno degli aspetti più distintivi del lavoro di Pinelli è la frammentazione della pittura. Nei suoi celebri “disseminati”, l’artista scompone la superficie pittorica in una serie di elementi separati, collocati direttamente sulla parete in una disposizione apparentemente casuale, ma studiata nei minimi dettagli. Queste opere sfidano la tradizionale concezione del quadro come oggetto unico e delimitato, espandendosi nello spazio e coinvolgendo lo spettatore in una nuova esperienza percettiva.
Il colore, in particolare, diventa in Pinelli non solo un mezzo espressivo, ma il fulcro della sua ricerca artistica. Attraverso una gamma cromatica che spazia dal rosso vibrante al nero profondo, Pinelli conferisce alle sue opere una dimensione tattile e sensoriale, invitando chi osserva a un’interazione più intima e fisica con l’opera d’arte.