TITO AGNOLI (1931-2024)
Designer italiano di spicco, nato a Lima, in Perù, da una famiglia di origini italiane. Dopo la Seconda Guerra Mondiale, si trasferì in Italia, dove inizialmente si dedicò alla pittura, studiando sotto la guida di Mario Sironi. Nel 1949, decise di cambiare direzione, iscrivendosi alla Facoltà di Architettura a Milano. Durante gli studi, ebbe l’opportunità di lavorare come assistente di due giganti dell’architettura e del design italiano: Gio Ponti e Carlo De Carli.
La carriera di Agnoli decollò negli anni ’50, periodo in cui iniziò a collaborare con alcuni dei più prestigiosi marchi del design italiano, tra cui Arflex, Poltrona Frau, Oluce, Bonacina, e Matteo Grassi. Il suo stile si ispirava al Bauhaus e al movimento funzionalista, con un’attenzione particolare alle linee sobrie e pure. Tra le sue opere più note, si distinguono la lampada da terra 387 per Oluce e la serie di poltrone e divani Korium per Matteo Grassi, caratterizzata da braccioli “fluttuanti” e una struttura in acciaio rivestita in cuoio.
Agnoli si affermò rapidamente come uno dei designer più prolifici del suo tempo, ottenendo numerosi riconoscimenti. Tra questi, spiccano diverse menzioni d’onore al Compasso d’Oro e la Medaglia d’Oro al NeoCon di Chicago nel 1986. Alcuni dei suoi lavori sono esposti nella collezione permanente del Museum of Modern Art (MoMA) di New York, testimonianza del suo contributo duraturo al mondo del design.
Nonostante il successo, Agnoli mantenne un approccio umile e pragmatico, preferendo lavorare direttamente a contatto con le aziende piuttosto che stabilirsi in un unico studio. Questo gli permise di rimanere sempre connesso con la realtà produttiva e di continuare a innovare nel campo del design industriale fino alla sua morte, avvenuta a Milano nel febbraio del 2012.