Artisti Tyra Lundgren

Tyra Lundgren

TYRA LUNDGREN (1897 – 1979)

La personalità di Tyra Lundgren certamente spicca non solo perché fu una delle prime donne ad animare attivamente lo scenario scandinavo nel settore del design e delle arti decorative, ma anche perché ha saputo declinare la sua creatività su una svariata serie di discipline: pittura, scultura, ceramica, vetro, tessuti, ecc.

Provenendo da un’agiata e progressista famiglia di Stoccolma, venne incoraggiata e sostenuta a intraprendere sin da piccola un percorso di studi all’insegna dell’arte e della creatività. La Svezia nel periodo della sua prima formazione stava vivendo una stagione di straordinaria vivacità e fortuna, una periodo che va sotto il nome di Swedish Grace, caratterizzato dalla volontà di esprimere un proprio carattere nazionale di impronta marcatamente romantica e naturalista secondo un registro formale fatto di linee semplici ed eleganti legate alla valorizzazione di un repertorio tradizionale e di matrice artigianale. Questo periodo diede grande visibilità a molti artisti svedesi di quel periodo che ebbero modo di essere posti sulla ribalta internazionale sia nella famosa Esposizione di Arti Decorative del ’25 a Parigi, sia nella decisiva mostra che il Metropolitan Museum di New York volle organizzare nel 1927 per celebrare una mostra tematica dal titolo Swedish Contemporary Decorative Arts.

Lundgren non ancora ventenne inizia a viaggiare, stabilendo primi importanti contatti formativi soprattutto a Parigi e Vienna, ma la sua forte curiosità e voglia di esplorazione la porterà a considerare l’esperienza del viaggio come una dimensione che non abbandonerà per tutta la vita, e questo influenzerà molto la sua produzione in quanto saprà costantemente assorbire il meglio dai vari contesti nei quali andrà ad insediarsi. L’Italia fu uno dei tanti paesi dove ebbe modo di vivere e costruire legami profondi, inizialmente soprattutto con coloro che gravitavano intorno alla cerchia di Valori Plastici, da cui seppe cogliere le tematiche di riscoperta di un classicismo arcaico propriamente italico che aveva come suoi profeti Giotto, Masaccio e Piero della Francesca. Influenze queste che appaiono evidenti nella sua pittura anteguerra, grazie ad una tavolozza cromatica fatta di tinte pastello e da un certo senso di sospensione metafisica delle composizioni. Di significativo, in termini di legami con il nostro paese, va anche annoverato il lungo rapporto di stima e collaborazione intrattenuto con Paolo Venini, il quale intuì subito come il lavoro svolto dall’artista in precedenza presso le vetrerie Moser poteva evolvere in qualcosa di molto interessante se unito alla maestria dei soffiatori muranesi.
In risultato fu una numerosa serie di soggetti animali e vegetali di grande bellezza e fortuna commerciale, si pensi alla nota serie di ciotole a foglia in mezza filigrana.
Notevole fu anche il suo repertorio nel campo della porcellana e della ceramica artistica, con risultati assai celebrati non solo sulla piccola scala (si pensi alle famose serie degli uccelli), ma anche sulla scala monumentale in quanto il governo Svedese la coinvolse per decorare a rilievo numerosi spazi pubblici (tribunali, ospedali, scuole) con soggetti figurativi a smalto e che poi vennero anche rieditati ricorrendo a copie in bronzo.
La sua lunga vita la porterà a scambiare contatti con tante aree geografiche, in particolare in Finlandia, in Francia, in Grecia, in Italia, Messico e Stati Uniti, proprio questa sua attività di instancabile promotrice dei valori dell’arte e della creatività in giro per il mondo portarono a insignirla nel 1950 della medaglia reale svedese Litteris et Artibus  e l’anno riceverà la medaglia d’oro dalla Triennale di Milano.

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