Artisti Ugo La Pietra

Ugo La Pietra

UGO LA PIETRA (1938 – )

“abitare è essere ovunque a casa propria”

Il contributo di Ugo La Pietra alla cultura del progetto ha inizio con i primi anni ’60 quando già studente della Facoltà di Architettura del Politecnico di Milano è impegnato, insieme ad altri, ad animare gruppi artistici sorti a conclusione della grande stagione informale del decennio precedente. E’ proprio nell’ampio contesto delle esperienze astratte che si forma la sua poetica, soprattutto a incominciare con l’adesione al Gruppo del Cenobio, impegnato a definire processi di riduzione visiva grazie al potere segnico proprio della pittura, la quale fondativamente si esprime attraverso il processo della pennellata.

Ugo La Pietra è affascinato dal tema della comunicazione, intesa e osservata nella sua accezione più antropologica di sistema finalizzato a creare dinamiche di relazione tra soggetto e ambiente circostante. Sotto questa prospettiva La Pietra è stato un vero pioniere nel campo della ricerca, perché ha interpretato autenticamente il valore dell’espressività artistica come strumento di indagine e conoscenza delle strutture antropiche, dalla scala del segno a quella del territorio. 

Si pensi ad esempio a tutto il lavoro di critica sociale e ambientale fatto come documentarista sulla città di Milano nel corso degli anni ’70, un lavoro corposo che portò alla produzione di filmati in cui il processo di denuncia viene visto nella sua accezione positiva, cioè come opportunità per istituire nuove prospettive in cui creare quelli che lui chiama “sistemi disequilibranti”, ovvero occasioni capaci di sovvertire gli modelli precostituiti in funzione di una riappropriazione del rapporto fruitore/luogo.

In una chiave diversa, ma altrettanto rappresentativa del suo modo di pensare e operare, va citata il lavoro svolto intorno al rapporto tra arte e artigianato in relazione al territorio in cui è inserito, si tratta di un lavoro che ha connotato gran parte degli anni ’80 e che lo ha visto al centro di ricerche volte alla valorizzazione e alla riscoperta delle varie culture materiali. Con metodo e passione La Pietra analizza le materie per la loro capacità di definire manifatture identitarie per le comunità locali, e così si indaga il mondo della pietre pugliesi del distretto leccese e apriceno, il territorio toscano con marmi apuani e gli alabastri volterrani, e così le ricerche sulle pietre laviche e di Lavagna. Allo stesso modo verrà indagata la cultura del vetro e del mosaico, con lavori sul territorio di Murano, Spilimbergo, Ravenna , Monreale, per continuare poi sul fronte della ceramica, così forte e radicato nei siti di Faenza, Grottaglie e Vietri … giusto per citarne alcuni esplorati in profondità. 

Forse, a ben guardare, ciò che più stimola La Pietra in queste ricerche è la riflessione sulla capacità di certi prodotti di intervenire sui nostri codici affettivi, pensiamo ad esempio allo spinoso tema del souvenir, interpretato come sistema inteso a veicolare un’idea non disgiunta tra Creatività e Territorio 

Con il passare degli anni, ci si trova davanti ad un percorso che lo porta trasversalmente a operare attraverso discipline e movimenti, che avranno come momenti forse più rappresentativi le esperienza di matrice concettuale e di impegno di Radical Design e Global Tools, situazioni tutte accomunate dalla volontà di istituire nuove modalità di sviluppo orizzontale delle creatività. 

La sua straordinaria vivacità lo porta ad esser considerato uno dei maggiori protagonisti e promotori, in Italia e all’estero, di una visione sperimentalmente pedagogica del fare creatività, in questa chiave che potremmo definire “militante”, sono innumerevoli i suoi contributi attraverso laboratori, attività didattiche ed editoriali, mostre e collaborazioni con istituzioni ed aziende impegnate sul fronte della qualità nel progetto. E’ proprio grazie a questa ampia capacità di visione, espressa sempre con impegno, generosità e continuità che nel maggio del 2016 gli è stato conferito da ADI il Compasso d’Oro alla carriera, riconoscimento che peraltro si aggiunge a quello ricevuto nel 1979 per il bellissimo progetto “occultamento” per le case Gescal.

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