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Mobili di modernariato e arredamento

Consapevoli del fatto che l’Italia è il paese con il maggior patrimonio artistico al mondo, quando parliamo di mobili e di storia dell’arredamento facciamo riferimento ad un ambito strettamente connesso a tale primato. Nei secoli in Italia si sono avvicendati stili, tendenze, gusti che hanno portato alla definizione di un repertorio di oggetti per l’abitare improntati sulla cultura estetica che li hanno prodotti.

Nella secolarizzata successione di epoche e stili (gotico, rinascimento, barocco, barocchetto, impero, ecc.) vi è stato però un momento in cui la storia del mobile ha cambiato prospettiva e questo è accaduto con l’emergere dell’epoca moderna, momento in cui il sistema produttivo inizia a industrializzarsi per poter far fronte ad una domanda sempre più ampia di consumatori appartenenti ad una borghesia piccola e media del tutto nuova.

Le prime embrionali testimonianze di tale rivoluzione si riscontrano all’interno delle case con l’arrivo del Liberty, detto anche Art Nouveau o Jugendstil, in cui per la prima volta si cerca di definire un’estetica non più intesa come accademica rielaborazione di modelli del passato, ma come ricerca di nuovi canoni in grado di offrire una leggerezza e un dinamismo specchio del nuovo secolo.

Sarà solo con gli anni ’30 che, superata la fortunata stagione dell’Art Déco, si arriverà a delineare compiutamente il concetto di “mobile moderno”, cioè di prodotto non più concepito come unicum uscito dalle sapienti mani di un artigianano, ma come qualcosa pensato per essere riprodotto attraverso una serialità industriale. Se fino a inizio Novecento la produzione di mobili era ad esclusivo appannaggio delle falegnamerie, ora l’affermarsi di nuove professionalità e materiali portano il settore dell’arredamento ad essere protagonista di una vera rivoluzione che trova il suo epicentro in Brianza, si pensi ad esempio alla Borsani di Varedo.

Librerie e soggiorni di modernariato italiano


Una libreria e un soggiorno di modernariato diventano l’ambita quinta con cui allestire la propria casa e il coinvolgimento di architetti e artisti nella loro progettazione contribuisce all’affermazione del mobile di design. Le esposizioni internazionali diventano uno strumento decisivo per questo rinnovamento e difatti verranno puntualmente coinvolte figure come: Giacomo Balla, Fortunato Depero, Mario Sironi, Pietro Chiesa, Piero Bottoni, Gio Ponti, Franco Albini, Carlo Scarpa, ecc. ecc.

Con gli anni della ricostruzione e del successivo boom economico la figura del progettista (o come si sarebbe detto poi del “designer”) diventerà decisiva nel processo di riorganizzazione produttiva e tecnologica, al punto di far nascere sodalizi che oramai fanno parte della storia del design, si pensi a Gio Ponti per Cassina, Ignazio Gardella per Azucena, Vico Magistretti per De Padova, Joe Colombo per Arflex, Ettore Sottsass per Poltronova, Angelo Mangiarotti per Skipper, Gianfranco Frattini per Bernini, Gastone Rinaldi per Rima, A. e P.G. Castiglione per Gavina, Eugenio Gerli per Forma, Marco Zanuso per Kartell, Nanda Vigo per Acerbis, ecc.

La nostra collezione di mobili vintage online ha il desiderio di riuscire a raccontare una parte di questa straordinaria storia a cui ci sentiamo fortemente legati.